Cronaca di una morte annunciata

Gabriel Garcia Marquez, premio nobel  per la letteratura nel 1982 e il cui nome nell'immaginario collettivo evoca immediatamente un titolo-Cento anni di solitudine-, è considerato insieme a Ilosa, Paz e Fuentes, parte di un gruppo di scrittori che, attraverso i libri, ha dato alla storia frammentaria del continente sudamericano un profilo organico. Eppure lo scrittore dichiarava: "Non so se ci sia veramente una storia sudamericana nei miei libri, ma certamente quella che io racconto è la vita."
Una vita quella dell'America latina densa di contraddizioni, di culture diverse, di residui di colonizzazioni, di attese e antiche sofferenze. Dalla penna dello scrittore le parole si riversano in pagine intrise di fragranze, sapori, colori, sottigliezze dell'animo umano e tutta una serie di interpretazioni fantastiche e soprannaturali della realtà ( sogni premonitori, telepatie, leggende, coincidenze fatali a cui non ci si può sottrarre...).
E questo perchè, secondo Marquez, la realtà dell'America del Sud, ma in generale tutta quanta la realtà, è più magica di quanto il pragmatismo e il cartesianesimo tipico dell'occidente possa  immaginare. Una realtà in cui il "Meraviglioso" è parte dell'esperienza quotidiana.
Nel 1981, dopo cinque anni di silenzio in opposizione al regime di Pinochet, Marquez dà alle stampe,  con un incipit che vuol essere un omaggio alla metamorfosi di Kafka, Cronaca di una morte annunciata un libro che il New York Times definisce il più coinvolgente nella produzione dello scrittore colombiano.
Di sicuro è uno dei libri preferiti di Marquez, com'egli stesso dichiara, secondo solo a Non scrivete al colonnello. 
Cronaca di una morte annunciata è un romanzo oscuro e profondo sui codici che gli uomini impongono alle donne e le donne a loro stesse.
La storia si sviluppa a partire da un fatto realmente accaduto: l'omicidio avvenuto nel 1951 di un giovane studente di medicina figlio di ricchi emigrati italiani, Cayetano Gentile, accusato di aver avuto rapporti prematrimoniali con una giovane, Margerita Chica Salas, ripudiata la notte delle nozze.  
La nozione di onore, tutta al femminile, e come essa può influenzare la vita di una comunità isolata, l'impulso irresistibile alla violenza, la psicologia della complicità di massa, l'inesorabile compiersi della sorte, vengono sviluppate in un'opera tra realismo e allegoria.
Tre i protagonisti del dramma: lo sposo, Bayardo; che si ritiene disonorato e tradito; la sposa, Angela Vicario, riaccompagnata a casa dopo poche ore dal matrimonio e un giovane, ricco figlio di un emigrato arabo, Santiago Nasar, allegramente inconsapevole del suo ruolo centrale nel montaggio dell'intero dramma. Con l'occhio di un giornalista determinato a ricostruire, attraverso i frammenti dello specchio della memoria, che altro non sono che i frammenti della coscienza collettiva, la storia di un delitto paradossale, Marquez ci guida ad una esplorazione nel buio delle intenzioni umane, attraverso le testimonianze di un coro che, fatto di amici, servi, commercianti, autorità laiche e religiose, conosce Nasar, sa ("Mai morte fu più annunciata"), minimizza quanto sta per accadere, ma non si preoccupa affatto di ricercare la verità e, rifiutandosi di allontanarsi dalla routine della quotidianità, permette l'omicidio, anzi lo rende inevitabile. Comportamenti e responsabilità individuali si mescolano a comportamenti e responsabilità collettive in una storia in cui ogni personaggio porta su di sè il carico del racconto.

Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il bastimento con cui arrivava il vescovo. Aveva sognato di attraversare un bosco di "higuerones" sotto una pioggerella tenera, e per un istante fu felice dentro il sogno, ma nel ridestarsi si sentì inzaccherato da capo a piedi di cacca d'uccelli. «Sognava sempre di alberi» mi disse sua madre 27 anni dopo, nel rievocare i particolari di quel lunedì ingrato. «La settimana prima aveva sognato di andare solo soletto in un aereo di carta stagnola che volava senza mai trovare ostacoli in mezzo ai mandorli» mi disse. Plácida Linero godeva di una ben meritata fama di sicura interprete dei sogni altrui, a patto che glieli raccontassero a digiuno, ma non aveva riscontrato il minimo segno di malaugurio in quei due sogni di suo figlio, né negli altri sogni con alberi che lui le aveva riferito nei giorni che precedettero la sua morte. Neppure Santiago Nasar riconobbe il presagio. Aveva dormito poco e male, senza nemmeno spogliarsi, e si svegliò con il mal di testa e con un residuo sapore di staffe di rame sul palato, e li interpretò come inconvenienti naturali della gran festa di nozze che si era prolungata fin oltre la mezzanotte.

Titolo: Cronaca di una morte annunciata
Autore: G.G. Marquez
Casa editrice: Mondadori 
Prezzo: € 5,00(cartaceo)


                                                              

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