Il 6 Maggio 1952 moriva Maria Montessori.


A 63 anni dalla morte della pedagogista e filosofa italiana Maria Montessori, il metodo educativo da lei inaugurato conserva ancora la sua validità.Conosciamola in breve.
Maria Montessori nacque a Chiaravalle, il 31 agosto 1870. Era una bambina intelligente che crebbe in un ambiente familiare che dava molta centralità all'istruzione e alla lettura. A causa di questo, Maria godette di molte opportunità educative uniche per una donna che cresceva nel tardo 19 ° secolo italiano. Maria decise di intraprendere una carriera nel campo medico e diventò la prima donna medico in Italia. E proprio il percorso medico influenzò i suoi pensieri, la sua visione dell'educazione facendo di lei una innovatrice. Il metodo Montessori di istruzione è infatti un approccio educativo centrato sul bambino e si base su osservazioni scientifiche degli stessi dalla nascita all'età adulta. Si tratta di una visione del bambino come un soggetto che è naturalmente desideroso di conoscenza e in grado di avviare l'apprendimento in un ambiente favorevole e preparato per questo, un ambiente che sia accogliente, protettivo e libero al tempo stesso. Si tratta di un approccio che valorizza lo spirito umano e lo sviluppo di tutto il bambino-fisico, sociale, emotivo, cognitivo.
Maria da grande centralità all'autonomia e all'auto-correzione dell’errore. Ella ritiene che la curiosità del bambino è il vero motore dell’apprendimento che, se lasciato “girare” senza interferenze, porta lo stesso  a sviluppare al massimo tutto lo spettro delle proprie capacità e a conquistare il mondo con la forza della sua intelligenza. Dunque il bambino è il vero protagonista della sua educazione. 
Nel metodo montessoriano, il compito dell'insegnante è  di aiutare i bambini a diventare consapevoli del dono che già possiedono e a svilupparlo durante il corso della loro vita. 
"Il vero fine dell’educazione è il bambino, l’adulto è al suo fianco. Apprendere è un verbo attivo, ogni aiuto che non stimola la curiosità del bambino è un ostacolo allo sviluppo" poiché l’insegnante deve accompagnare e non definire.


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