L'amore platonico

Quando qualcuno dice di avere una relazione platonica intende un amore non sessuale con un'altra persona. Questo tipo di amore più spirituale che fisico è uno dei concetti più ampiamente fraintesi della filosofia di Platone. L'opera nella quale il filosofo greco fornisce la sua definizione più chiara di amore è il Simposio, un resoconto di una festa a cui hanno partecipato a casa del poeta tragico Agatone, Socrate e altri personaggi illustri di Atene. Ogni ospite deve tenere un discorso breve sulla natura dell'amore: dopo aver ascoltato tutti i presenti Socrate prende la parola e racconta ciò che una donna saggia, Diotima di Mantinea, gli insegnò sulla natura dell'amore. Secondo il racconto di Diotima l'amore è una scala in cui l'amante sale una serie di gradini. Inizia amando una persone con un bellissimo corpo poiché i sensi scatenano l'eros. Mano a mano che progredisce in saggezza si rende conto che ciò che ama nel bellissimo corpo si può trovare in altri corpi, forgiando così una nozione categorica di bellezza e iniziando la ricerca dell'idea di base di questa nozione. Passa quindi ad amare qualcuno per la sua mente, ma presto si rende conto che altre menti sono altrettanto adorabili. Alla fine arriva ad amare la bellezza in quanto tale, l'idea perfetta, incorruttibile e sempre uguale a se stessa, e non specifiche persone. L'amore è quindi il desiderio che eleva l'anima alla conoscenza delle Idee, Forme astratte ed eterne, essenza delle cose da cui scaturisce ciò che noi chiamiamo realtà.



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