È uno dei dipinti più spettacolari al mondo: la Compagnia di milizia del distretto II sotto il comando del capitano Frans Banninck Cocq di Rembrandt van Rijn, più comunemente nota come La ronda di notte. Realizzata nel 1642, è uno dei più alti esempi del periodo d’oro della pittura olandese, un’opera che travolge per dimensioni, presenza, innovazione. Commissionata per uno dei tre quartier generali della Milizia di Amsterdam, la guardia civica della città, fu completata da Rembrandt su richiesta del capitano Banninck Cocq e di diciassette membri dei kloveniers. Il dipinto doveva decorare la sala dei banchetti del Kloveniersdoelen, e già a uno sguardo la sua grandezza fisica (379 x 453 cm) lascia sbalorditi. È una tela che avvolge, che invade lo spazio con una forza che ancora oggi sorprende. Rembrandt impiegò tre anni di lavoro, anche perché fu il primo a rappresentare tutti i membri di una milizia in azione, in un'unica scena vibrante di dettagli. Gli stessi tiratori avevano pagato ciascuno cento fiorini, ma alla fine furono solo moderatamente entusiasti: in quella composizione così speciale, così rivoluzionaria, alcuni risultavano appena riconoscibili. Sentivano di non aver ottenuto davvero il valore dei loro soldi. Eppure proprio questa scelta, rinunciare alla solita disposizione statica, con i signori allineati uno accanto all’altro, è ciò che avrebbe conquistato l’ammirazione del mondo. I due tiratori più importanti, il capitano Frans Banninck Cocq e il tenente Willem van Ruytenburch, non sono neppure centrali, ma spostati sulla destra del centro: una scelta che accentua dinamica, movimento, teatralità. Grazie alla copia della Ronda di notte probabilmente dipinta da Gerrit Lundens, sappiamo come appariva originariamente il capolavoro. Ma il destino del dipinto non fu semplice. Circa settantacinque anni dopo la sua realizzazione, si decise di spostarlo nel municipio di Amsterdam. I funzionari volevano collocarlo tra due porte, ma era troppo grande. La soluzione? Tagliare il dipinto. I pezzi rimossi non sono mai stati ritrovati: nessuno, da allora, ha più visto la Ronda di notte come Rembrandt l’aveva immaginata. La scena, contrariamente al titolo che la accompagna dal 1797, è ambientata alla luce del giorno. Il nome De Nachtwacht, La ronda di notte, arrivò molto più tardi, quando si credeva che fosse una scena notturna. Il dipinto appare ancora oggi scuro, ma ciò è dovuto anche allo spesso strato di vernice ingiallita che per decenni ne ha alterato la luminosità. Osservandolo, gli arcieri del Kloveniersdoel sembrano davvero uscire da un cancello. Su uno scudo, in cima a una colonna a destra, compaiono i nomi di tutti i personaggi raffigurati. Le armi degli arcieri, lance, moschetti, alabarde, brillano qua e là. A destra c’è il tamburino con la grancassa. Tra i soldati a sinistra spicca una bambina con un pollo morto alla cintura: la mascotte degli arcieri. E sulla destra un cane che abbaia, come se volesse fendere il frastuono di voci, grida, tamburi. In alto a sinistra, l’alfiere mostra orgogliosamente lo stendardo. Il capitano, vestito di nero, impartisce l’ordine al suo luogotenente di far marciare la compagnia. Le guardie si stanno formando. Rembrandt usa la luce per mettere a fuoco dettagli particolari: la mano del capitano che gesticola, la bambina illuminata come un’apparizione. È la drammaturgia del suo chiaroscuro, una cifra stilistica destinata a diventare inconfondibile. Ciò che rende la Ronda di notte così speciale è la vivacità che Rembrandt van Rijn ha dato alla scena. Nessuna figura è rappresentata con la stessa nitidezza; i personaggi si incrociano, si confondono, si sovrappongono. Sembra quasi di assistere a un gioco in pieno svolgimento, a un momento catturato in tempo reale. In confronto, gli altri artisti dell’epoca realizzavano ritratti di gruppo molto “standard”: tutti sullo stesso piano, tutti ugualmente importanti, tutti ordinatamente visibili. Rembrandt se ne distanzia con coraggio assoluto. Ogni persona della Ronda di notte è in azione. E questa azione è ciò che rimane, ciò che continua a sedurre chi guarda.La Ronda di notte non è solo un dipinto: è un teatro, una porta aperta sulla vita del XVII secolo, un moto inarrestabile di luce e ombra. Rembrandt non ci mostra una semplice compagnia di miliziani: ci mostra la vita che entra nella pittura, e la pittura che diventa vita.
Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti, con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign...

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