Cosa significa essere ‘bastarda’ in una società che giudica la tua esistenza prima che tu abbia avuto la possibilità di definirla? Violette Leduc, con la sua scrittura cruda e senza censure, ha risposto a questa domanda nel suo romanzo autobiografico, "La Bastarda". In un'epoca in cui le donne dovevano adattarsi a ruoli rigidi e prefissati, in "La Bastarda", Violette Leduc non solo racconta la propria vita, ma sfida le convenzioni sociali, la morale del suo tempo e le aspettative legate alla condizione della donna. Il romanzo affronta tematiche universali come l’identità, il corpo, la sessualità, l’amore e la solitudine ma lo fa con una sincerità e una brutalità che lo rendono un'opera unica. Leduc non cerca la compassione del lettore, ma la sua affermazione di sé come individuo che ha il diritto di essere, di amare e di vivere. Analisi di "La Bastarda" di Violette Leduc: Identità, Sessualità e Resistenza "La Bastarda" di Violette...
Nella canonica di Steventon, una bambina scrive con fervore, china su fogli che riempie con personaggi, pettegolezzi, piccole passioni e grandi osservazioni sul mondo che la circonda. È qui che Jane Austen, nata nel 1775, inizia a porre le prime pietre del suo universo letterario. La campagna dell’Hampshire, con la sua società rurale fatta di balli di campagna, visite ai vicini, lunghe passeggiate e mille convenzioni sociali, è il terreno fertilissimo in cui si forma il suo occhio critico. In questo scenario bucolico nascono le prime versioni di Pride and Prejudice , Sense and Sensibility e Northanger Abbey . Tutto ciò che Austen osserva (le dinamiche familiari, le ambizioni matrimoniali, la sottile comicità dei rapporti sociali) diventa materia narrativa. Lei ascolta, annota, guarda. E poi scrive, trasformando la vita quotidiana in letteratura. Bath: la città che non voleva, ma che lasciò un’impronta indelebile Nel 1801 gli Austen si trasferiscono a Bath. Per Jane è uno shock: la ...